Ma è questa l’Italia che vogliamo?

ATTENZIONE! Questo articolo è stato pubblicato il 19 Febbraio 2006 e alcuni riferimenti potrebbero non funzionare.

Oggi ho letto e riletto l’articolo di Furio Colombo, � lunghetto, ma lo consiglio anche a voi.

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L’incubo
di Furio Colombo

Ora che mi sono candidato dovr� dire perch� ho accettato la proposta di impegnarmi personalmente nella campagna elettorale.
Mi ha guidato la frase di Kennedy (discorso inaugurale del 1961): �Non chiedetevi che cosa il vostro Paese pu� fare per Voi. Chiedetevi che cosa potete fare Voi per il vostro Paese�. Da italiano, in questo anno terribile, mi sento di dare questa risposta: per il bene del nostro Paese dobbiamo rendere democraticamente impossibile la continuazione del governo Berlusconi.� il governo di Calderoli, il ministro italiano che, con un solo gesto volgare e irresponsabile, ha provocato 11 morti (complice altrettanto irresponsabile un programma del Tg 1 che ha trasmesso con allegria la vergognosa messa in scena). Le dimissioni del leghista sono un sollievo. Ma siamo ancora costretti a fare da pubblico alle marionette di Berlusconi. Infatti lo spettacolo, bench� immensamente dannoso per l�Italia, non finisce finch� il capo comico e proprietario non uscir� definitivamente di scena. � inquisito per calunnia, rinviato (fra poco) a giudizio per corruzione, assolto per prescrizione sulla base di una sua legge approvata dalla sua maggioranza apposta per lui. Ma lui ha appena dichiarato (venerd�, a Perugia) che non se ne andr� fino a quando non riuscir� a �cambiare la magistratura� che vuol dire abolirla se gli si lascia il tempo di farlo. Adesso � alleato ufficiale (questo � il suo vero contratto) con tutti gli arnesi del vecchio fascismo. Ed � indicato dalla stampa americana come �avanguardia� di una nuova tecnica di occupazione del potere, che vuol dire, fondamentalmente, comprare il potere.

Ora tocca a noi italiani. Non possiamo permetterci un secondo governo Berlusconi.
Nel primo ci ha tolto tutti i mezzi di comunicazione, ha truccato tutti i telegiornali (salvo il Tg 3), ha bloccato tutti i percorsi di legge che potevano personalmente danneggiarlo, ha fondato una scuola di classe, ha fatto finta di aumentare l�occupazione includendo nel numero dei nuovi occupati gli immigrati approdati al permesso di lavoro (e che il lavoro lo avevano gi�).

E ancora, ha abbandonato ferrovie e trasporti aerei nella pi� completa incuria, ha bombardato i media con false notizie di grandi opere inesistenti, purtroppo assecondato da colleghi che si definiscono giornalisti e sopra le parti. L�economia – unica in Europa – � a zero, le esportazioni sotto zero, le forniture di combustibile e di energia precarie e incerte come il lavoro dei giovani, l�immagine dell�Italia marginale, ridicola o ignorata.
Ricordate la copertina dell�Economist con il titolo �Ma Berlusconi � degno di guidare l�Italia�?

Ricordate la risposta �No�, da parte di chi la storia di Berlusconi la conosceva bene? Non torno a quella profetica frase per �demonizzare� Berlusconi. Ci torno per ricordare quanto era alta l�immagine dell�Italia in quel momento, rispetto alla reputazione internazionale del padrone di Mediaset.
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La scorsa settimana l�editore Laterza (sta per pubblicare il libro di Sylos Labini �Ahi, serva Italia� che molti di noi accoglieranno come il testamento di un grande italiano, ma anche come un manifesto del nostro impegno elettorale) ha convocato un seminario su �Etica e Politica� con una rilevante partecipazione delle voci pi� vive della sinistra italiana di questi anni.

� stato un evento raro, importante, ben preparato e condotto da teste limpide come Guido Rossi e Salvatore Veca. �Avrete parlato tutto il tempo di Berlusconi�, mi ha detto Arthur Schlesinger quando ci siamo parlati pi� tardi al telefono, quello stesso giorno. �No�, ho dovuto dirgli, �abbiamo parlato quasi sempre della sinistra�. E non potevo aggiungere che uno dei temi pi� caldi era fornito dalla famosa conversazione telefonica Consorte-Fassino, anzi da una riga e mezza di intercettazione illegale abilmente sottratta a un cestino della Procura della Repubblica da un giornalista di Berlusconi che l�ha pubblicata per dimostrare l�immoralit� dei Ds. Una questione per cui Berlusconi �, al momento, indagato per calunnia.
�Ma, non siete in campagna elettorale? Non avete Berlusconi e tutto il suo apparato mediatico e tutto il suo immenso conflitto di interessi come avversario?�, ha chiesto un po� stupito lo storico americano che, dai tempi della Casa Bianca di Kennedy, non ha mai pensato che fosse venuto il tempo di abbassare i toni, quando la democrazia � in pericolo.
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� certo utile e urgente che la sinistra – e tutta l�opposizione – discutano regole sia di principio che di attivit� pratica, sul rapporto cos� travagliato, anche nelle migliori democrazie, fra morale e politica.
Noi italiani abbiamo un problema in pi�, un problema immenso. Abbiamo l�immoralit� cancerogena del conflitto di interessi che si dirama in mezzo all�Italia, al centro del potere, al di sopra di tutti i suoi gangli e le sue articolazioni. Non sto dicendo che quella immoralit� oscura ogni altra immoralit�. Sto dicendo che provoca una paurosa deformazione del paesaggio, sto dicendo che rende ogni immagine sospetta ed equivoca. Un esempio. Pensate se ci fosse stato un istante di esitazione di fronte alla immoralit� scandalosa ma potente della commissione Telekom Serbia. Era una commissione di inchiesta inventata dal potere (fatto inaudito, le commissioni di inchiesta sono sempre istituite non per rafforzare il potere ma per indagarlo se vi sono ragioni di temere abuso) al fine di mettere sotto accusa l�opposizione e, addirittura, il futuro capo della coalizione che avrebbe sfidato il governo in carica.

Per� anche in quel caso ci � voluta testardaggine e fermezza per non accettare mai, neppure per un solo istante, e neppure in nome delle buone maniere, quella commissione come una istituzione legittima della Repubblica.
� stata, con tutti i suoi componenti di questa destra istituzionalmente pericolosa, una commissione eversiva, tesa a stroncare l�opposizione prima, molto prima, che potesse iniziare il confronto elettorale.
Pensate al ridicolo della commissione Mitrokhin, che dovrebbe far luce sul Pci e i rapporti con l�Urss, mentre il presidente del Consiglio e ispiratore di quella commissione accoglie nelle sue ville il personaggio principale di tutto lo spionaggio sovietico, l�ex leader del Kgb e attuale presidente della Russia Vladimir Putin, l�uomo che da solo potrebbe chiarire tutte le storie dell�Urss rimaste in ombra.

Pensate al rapporto con i fascisti, che viene annunciato e poi smentito. Ma dopo essere stato smentito, viene realizzato.
Forza Italia � adesso l�unico partito di governo europeo che abbia stretto un patto (che � anche un patto di futuro governo) con tre gruppi di schietto e integrale fascismo, niente sconti, niente buonismi o cosmetiche dichiarazioni democratiche. Gente franca che resta fedele ai due �grandi statisti� che li ispirano, il fuhrer e il duce. Gente pronta a riscrivere, magari con la collaborazione di militanti per ora un po� defilati, tutti i libri di storia di questa Repubblica.
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Non solo i lettori dell�Unit�, ma molti italiani si rendono conto che non ci troviamo a competere in una normale campagna elettorale in cui una opposizione venata di solidarismo e passione sociale sfida una maggioranza liberista e di mercato.

Quello � il sogno dei Paesi normali, ma a noi non spetta. Noi siamo fuori dalla normalit�. E chiunque sia normale fra noi si rende conto che l�Italia non pu� permettersi un secondo governo Berlusconi. Se il primo � cominciato con Genova (eppure era appena il debutto, in una situazione internazionale immensamente meno pericolosa) provate a immaginare come inizierebbe il secondo. Noi ci rendiamo conto di non avere altro strumento che il voto e quel che resta della libert� democratica. Ma questo ci impone di essere molto attenti a non accettare mai pi� che sia l�impero mediatico di Berlusconi a dirci di che cosa dobbiamo discutere. Ci impegna a difendere gli spazi almeno teoricamente garantiti dalla parte della Costituzione non ancora distrutta, con tutte le nostre forze, chiamando a sostegno tutta l�opinione pubblica che vorr� ascoltarci e seguirci. Non possiamo permettere che Prodi, leader di tutta l�opposizione, venga sciolto ogni giorno nell’acido del Tg 1 dal quale si salvano solo poche sillabe, e in cui vengono ripetute sempre le stesse inquadrature, Prodi che cammina da destra a sinistra fiancheggiato da Sircana e Ricky Levi, e mai (mai) una volta che si veda la gente che lo ferma in strada per dirgli �bravo� e �coraggio� e �tenga duro professore�, come avviene nella realt�. Nei Tg di regime Prodi guarda nel vuoto e pronuncia frasi spezzate. Al contrario, Berlusconi � sempre filmato di fresco, finisce e rifinisce i suoi argomenti (ripetuti dai talk show ai telegiornali e dai telegiornali ai talk show) ed � sempre circondato da folle festanti. Se occorrono dei minuti in pi� per completare il pensiero, quei minuti per lui si trovano sempre.

In questa situazione di emergenza � il momento di stabilire che non c�� niente di male a dare del maleducato a Tremonti quando si permette di offendere gli avversari. E non c’� niente di male a dirgli in pubblico, quando � il caso (ed � spesso il caso), che mente o che manipola quasi sempre, quasi tutte le cifre.

Non c�� niente di male nell�urlo di D�Alema – che sembrava uscito dal conscio e dall�inconscio di tanti italiani – quando ha voluto ammonire il comp�to Casini, gi� presidente della Camera, che stava difendendo con calore e amicizia il suo sodale di partito (e portatore di molti voti) Tot� Cuffaro. Una conversazione televisiva con il leader di un partito moderato a proposito di un numero uno di quel partito, inquisito per mafia, che per decenza non dovrebbe ricandidarsi, non � un t� con i pasticcini. E non c�� niente di male a far sapere a Berlusconi che non potr� sottrarsi all�unico vero dibattito che conta: quello con chi vorr� leggergli correttamente e scrupolosamente, traendo dai verbali della Camera e del Senato tutto ci� che ha fatto e detto in questi lunghi, interminabili, tremendi cinque anni di governo.
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�Mentre era impegnato a farsi nuovi amici, Berlusconi non dimenticava quelli vecchi. O meglio, erano loro a non dimenticare lui. Poco dopo la mezzanotte del 29 novembre 1986, Berlusconi fece una ansiosa telefonata a casa di Marcello Dell�Utri. Qualcuno aveva fatto esplodere una bomba davanti agli uffici milanesi della Fininvest. �� Mangano�, disse Berlusconi. �Se Mangano mi avesse telefonato, gli avrei dato subito i 30 milioni�. Aggiunse che lui e Fedele Confalonieri erano spaventati a morte, e chiese a Dell�Utri di scoprire chi potesse avere piazzato la bomba, gridando �� importante!��.

Il seguito di questo thriller i lettori potranno trovarlo nel libro �Citizen Berlusconi� di Alexander Stille, appena uscito negli Stati Uniti (e in Italia, da Garzanti). Ai nostri lettori possiamo anticipare che Berlusconi e Dell�Utri non erano �spaventati a morte� dal ritorno del comunismo. Infatti risulta che Dell�Utri abbia telefonato immediatamente a un certo Cin�, di cui sanno tutto non i membri della Commissione Mitrokhin, ma i giudici del pool anti-mafia di Palermo.

Questo frammento di storia italiana (che da solo proietta un pauroso cono d�ombra sul nostro Paese), spiega perch�, il 25 settembre del 2004 Paolo Sylos Labini aveva elencato su questo giornale i �sei motivi per urlare� che appariranno anche in �Ahi, serva Italia� di prossima pubblicazione: �Primo, il vero programma del cavaliere (si riferiva alle curiose coincidenze tra il tracciato berlusconiano e la Loggia P2; secondo, Berlusconi e la mafia; terzo, devastazione della Giustizia; quarto, devastazione della Costituzione (la devolution); quinto, l�inganno dell�Iraq; sesto, l�errore di litigare tra noi invece di denunciare quello che sta facendo Berlusconi�.
Chiunque partecipi, da cittadino o da candidato, a questa campagna elettorale, sa che la differenza (il vero sondaggio) � tra votare e non votare. Sa che il pericolo � il silenzio. Sa che le sabbie mobili sono le conversazioni benevole che contraddicono una realt� tragica, avvertita come troppo pericolosa da molti italiani e da una gran parte dell�opinione pubblica internazionale. Il presidente del Consiglio, che vuole essere di nuovo presidente del Consiglio, � l�autore del pi� grande disastro dell�economia italiana dal 1945. Ci sono per la prima volta veri fascisti dentro la coalizione che punta al governo. Si vede (e non pu� essere smentita) la mafia nelle vicinanze di chi governa e vuole ancora governare.

Il conflitto di interessi � immenso ed � in crescita. Tocca a tutti noi cittadini difendere l�Italia e respingere l�incubo.

furiocolombo@unita.it

Un pensiero su “Ma è questa l’Italia che vogliamo?

  1. matteo

    Senza dubbio, Daniele, è appassionato l’articolo di Furio Colombo e tocca alcuni temi centrali che spiegano quanto questa nostra democrazia sia malata :[1-l’importanza dell’ esercizio del diritto di voto 2- la necessità di una giusta e vera informazione 3-la persistenza del dictat (bulgaro) con il (tele)giornalismo servile e ossequioso 4-l’ esercizio del potere che fa strame del principio partecipativo e ilcarattere pubblico della democrazia.]
    Ma la condivisione di quasi tutto comincia subito ad essere attraversata da alcune riflessioni amare pilotate dalla domanda dispettosa “ma cosa facciamo noi per combattere questo stato di cose? Cosa facciamo per contrastare questo qualunquismo? E chiarisco che “noi” significa per me non solamente il cives o elettore ma anche il candidato, il rappresentante di ogni istituzione laica e confessionale, le stesse istituzioni. In altri termini sia la sinistra ufficiale, sia la stessa Chiesa, pur attraversate da feconde falde creative e tese allo sviluppo di una vera democrazia partecipativa, esitano ad effettuare dei raccordi “artesiani” con questo magma e assecondano una linea conservatrice decisamente di destra non riuscendo per ora a proporre un progetto futuro veramente senza “ideologie” né destra né sinistra né centro. In una parola “assecondano la cornice dei poteri accettandola supinamente e spesso ne godono i favori che per la verità non sono sempre sollecitati ma spontanei riconoscimenti di gratitudine”. Questo brodo culturale, spesso imbellettato da giochetti verbali e sapienti piccole e grandi menzogne e omissioni, si spande come un immenso blob in tutte le cosiddette trasmissioni di opinione e sui giornali e genera una anestesia percettiva generale: in queste condizioni diventa facile dare il colpo di grazia alla Costituzione.
    Andiamo a votare dunque per scongiurare questo pericolo, arriviamo persino a riappacificarci con quasi tutti i cerchiobottisti, per fortuna pochi (davvero?), veramente liberali e di sinistra, dimostriamo di avere lo stesso coraggio di F. Colombo che continua a restare sulla nave dei DS nonostante abbia “lasciato spontaneamente” la guida dell’ Unità.

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