Riflessioni sulla disfatta della sinistra

ATTENZIONE! Questo articolo è stato pubblicato il 25 Febbraio 2009 e alcuni riferimenti potrebbero non funzionare.

gira

Ho invitato alcuni amici a buttare giù qualche considerazione sull’attuale situazione della sinistra italiana.

Ecco quello che ci ha inviato Matteo:

Caro Daniele,
ecco alcune riflessioni sulla disfatta della sinistra, un po’ buttate lì; ci sono fattori per così dire ragioni locali nazionali e globali; anche se la sconfitta in Sardegna è “mitigata” dal fatto che sono stati determinanti mi pare i voti dell’ UDC, la cosa triste è che  tutte le aree industriali e operaie sarde hanno invertito il voto dandolo ai berluscones.Se pensiamo che Casini è nei sogni di Rutelli, immaginiamoci che accozzaglia di tipi sono intruppati nella compagnia PD (con questo voglio dire che tanti piddini sono “mentalmente” nel pdl secondo me). Tutti si affannano a occupare il centro, Veltroni in testa col risultato che ora appaiono proprio loro che vengono dal PCI come dei pugili suonati ed è una pena sentirli nelle varie vetrine berlutelevisive a testimonianza che si persevera nel fare le stesse scemenze. I motivi locali e nazionali della sconfitta sono secondo me nell’ efficacia delle abili trovate populiste che la destra è naturale maestra nell’inventarsi e la cosa funziona tanto più quanto più è assente l’opposizione e in un contesto di crisi economica internazionale. Non si è speso personalmente il capo con eccezionale amplificazione sulle sue quasi 6 emittenti televisive con la solita tecnica collaudata di piazzista nel farsi garante della soluzione dei problemi industriali della Sardegna?…come a suggerire..non disperate gente  ci sarà sempre una costa da cementificare ed è tutto lavoro che si crea…cosa vi ha dato  la sinistra? solo parole ecc.
L’ unica cosa che è riuscita al cosiddetto PD è il contributo determinante per una buona metà alla scomparsa della sinistra dal Parlamento, esito favorito per l’ altra metà dalla stessa sinistra; per il resto marasma: qualcuno ha capito qual’ era e qual’ è il programma del Pd? Nessuno l’ha capito perché in realtà non esiste un programma chiaro e alternativo del Pd ma esiste una goffa imitazione intrisa di buone intenzioni (per non urtare nessuno) del programma del Pel e per di più non supportato dal megafono mediatico incautamente mollato ai berluscones.
Per semplificare, cosa immagina Veltroni nel suo dream mettendo insieme l’imprenditore e l’operaio della Thissen? Caro popolo vedrai che bello! Senza i fascisti e i comunisti come tutto cambierà in meglio e potremo governare alternandoci una volta il centro della destra che farà riforme un po’ sbilanciate a destra ma anche a sinistra e una volta il centro della sinistra che farà ecc.
Per uscire però da quello che potresti considerare chiacchiere da bar, la mia personale posizione è questa:
Premesso che
1-La sinistra è stata tradita sulla scia delle vulgate o nuove ideologie che parlano della fine della classe operaia e del capitalismo come unico blocco dispensatore di libertà e democrazia attraverso la funzione modulatrice del mercato
2-La sinistra ha rinunciato alla elaborazione del lutto, per così dire; ha interrotto dolorosamente ogni analisi teorica, premessa irrinunciabile per una vera cultura politica. A parte pochi studiosi soprattutto stranieri o italiani che lavorano all’ estero (come Giovanni Arrighi ad es.) la crisi della sinistra è anche la crisi delle organizzazioni dei lavoratori e delle ricerche e studi sul lavoro e sulle classi operaie. Ma non c’è bisogno di essere specialisti ma solo avere buon senso per capire  che la concezione a cui accennavo sopra è semplicemente falsa; non puoi separare i poli di una calamita così come non puoi sterilizzare il capitalismo denaturandolo del suo antagonista che è il lavoratore; solo che il baricentro di questo conflitto si sta spostando a est (vedi Cina e Corea)
3-La sinistra è stata azzerata dalla crisi delle democrazie parlamentari alimentata dalla estrema violenza del capitalismo, che ha ridotto gli stati a manager al servizio della linea tracciata dagli organismi economico-finanziari emanazione del potere delle poche multinazionali interagenti nel mondo. Paradossalmente al primo posto per la efferata violenza capitalistica è, secondo me, proprio la Cina
4-La sinistra si trasforma in caricatura di se stessa quando chi dovrebbe rappresentarli non denuncia, sotto una qualsiasi forma, come in questa fase i lavoratori sono mercificati, violentemente azzerati nel tendenziale annullamento di ogni suo diritto]
trovo inutile per chi crede che si possa arrivare ad un mondo almeno un po’ più giusto ed equo la trovata di Veltroni.
Ma se fossi stato un sinistro conquistato all’ appello veltroniano di costruzione del partito di governo alternativo al berlusca; farei ugualmente queste critiche concrete. Tieni presente che, secondo me, né Veltroni né berlusca si aspettavano di diventare protagonisti nelle proporzioni odierne di un fallimento tanto disastroso e di un successo via via sempre più travolgente.
L’aggravante è che uno ha fatto un sacco di errori e l’ altro nessuno. Gli errori veltroniani sono
-la politica del “ma anche” è debole e inconsistente e senz’ altro inadatta a scuotere l’ elettorato pigro e orientato al voto clientelare soprattutto quello meridionale e ad attrarre la fiducia del vaticano che ha finito per scegliere berlusca
-la politica del “basta antiberlusconismo” avrebbe avuto forse qualche senso con un governo di centrodestra azzoppato come il precedente di prodi, ma con i numeri porcelli ottenuti in parlamento dallo schieramento di destra, anche un bambino avrebbe capito che il centrodestra avrebbe dispiegato il suo volto populista (gli estimatori lo chiamano decisionismo) più cinico e bieco facendo strame delle garanzie democratiche e costituzionali
-lo stile blando e pacato di obiettare alle azioni di governo ha ulteriormente peggiorato la confusione, mentre un sano ostruzionismo/sabotaggio di molte carognate avrebbe contribuito a fare quella chiarezza che, concediamolo, non si era avuto tempo di fare prima delle elezioni; come pure a livello delle amministrazioni locali si poteva imboccare la strada della disobbedienza alla finta austerità del governo centrale che impone alla periferia tagli indiscriminati, salvo poi concedere a piene mani a Roma Palermo e alle scuole private cattoliche
-per fare da contrappeso al controllo mediatico-ideologico di Mediaset, non è stata mai preso in considerazione, almeno quando il centrosinistra era al governo, la possibilità di prendere il controllo delle tre reti Rai e usarle come cassa di risonanza del programma di governo (perché scimmiottare la destra solo nella caccia ai lavavetri?), procedendo quindi subito a cacciare tutti i finti direttori di Tg peones di berlusca e sostituire il più grande maggiordomo di berlusca dopo Fede e cioè vespa con un antivespa ecc…….
Mi fermo qui, Daniele
non ho riletto niente…perché mi è arrivato l’elettricista per dei lavori..
ci risentiamo
Matteo

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