La salute dei cittadini non rientra nelle priorità del governo Berlusconi

LA SALUTE SENZA MINISTERO

Caro direttore, la decisione non potrebbe essere più chiara: la salute dei cittadini non rientra nelle priorità del governo Berlusconi. Il premier non ha istituito il Ministero della Salute e, per la prima volta nella storia della Repubblica, l`Italia non avrà un coordinamento centrale e una figura di riferimento autorevole per i problemi dei pazienti, dei medici, degli infermieri ecc. E`vero che da anni molte competenze sono state trasferite alle regioni, che amministrano e governano direttamente il complesso mondo della sanità, ma è altrettanto vero che un coordinamento nazionale è sempre stato importante per salvaguardare l`omogeneità e l`equità nell’assistenza.

Ma partiamo dagli aspetti pratici:

il Ministro della Salute partecipa al Consiglio dei Ministri, ovvero la riunione dell’esecutivo dove vengono prese tutte le decisioni più importanti; un viceministro o un sottosegretario no. Il primo può essere invitato a partecipare ma senza diritto di voto, il secondo non può nemmeno entrare nella stanza dei bottoni. Ciò significa che quando si discuterà, per esempio, dei finanziamenti da destinare alla Sanità, non ci sarà nessuno a difendere in prima persona gli interessi di questo importantissimo settore. Ci si dovrà accontentare della mediazione del Ministro del Welfare che, però, allo stesso tempo e allo stesso tavolo, dovrà preoccuparsi anche di finanziare adeguatamente le politiche per il lavoro e quelle sociali. Inoltre, verrà meno una funzione di regia autorevole, riconosciuta a livello internazionale, nel compito della prevenzione di malattie che pongono problemi planetari (basti pensare alla Sars o al bioterrorismo), oltre che nella definizione dei livelli essenziali di assistenza, nel piano nazionale perle vaccinazioni, nelle emergenze sanitarie come quella dei rifiuti in Campania e così via.

Sebbene dal punto di vista strettamente giuridico tutte queste funzioni vengono assunte da un sottosegretario, e quindi in apparenza tutto rimarrà uguale, in realtà politicamente parlando, è solo con la presenza di un ministro che si riconosce ad un determinato settore un’importanza strategica, cruciale per la vita dei cittadini e per il buon funzionamento dello Stato.

Probabilmente è proprio per questo che tutti i paesi del mondo hanno un Ministro della Salute…

Vale la pena ricordare poi che la nostra Costituzione all’articolo 32 indica che la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

Non è un principio scontato, negli Usa per esempio, la salute non è considerata un diritto ma un servizio per cui è necessario pagare, e, infatti, la Costituzione americana non se ne occupa.

I nostri padri costituenti, invece, hanno valutato che i cittadini italiani debbano essere trattati tutti allo stesso modo per quanto riguarda l`accesso alle cure.

E anche per questo la legge prevede che il Servizio sanitario nazionale debba fornire i Livelli essenziali di assistenza (Lea), ovvero le prestazioni che vanno garantite a tutti, gratuitamente o in compartecipazione, grazie alle risorse raccolte attraverso le tasse.

E su questo punto è stato fatto un grave errore: il governo Berlusconi ha deciso di cambiare rotta rispetto ai principi costituzionali.

La logica che si è scelta è di una spinta ulteriore nella direzione del federalismo. Ma non nascondiamoci dietro a un dito: in sanità questo significa che alcuni cittadini potranno continuare a contare su tecnologie avanzate, su ospedali e servizi territoriali al passo con i tempi, mentre altri dovranno accontentarsi di pregare di non ammalarsi mai…E` una logica agghiacciante.

L`annullamento di un punto di riferimento nazionale non è casuale: dimostra la volontà di indebolire uno dei cardini dell’unità del nostro paese per aumentare il divario tra le regioni, già enorme e molto difficile da colmare.

Io non trovo accettabile che i diritti e la salute dei cittadini delle regioni più efficienti siano protetti, mentre quelli delle regioni più deboli affondino e non mi pare parta col piede giusto un governo che considera il Ministro della Salute, garante della Costituzione e dell’equità, solo una poltrona in meno da assegnare.

Da “LA REPUBBLICA” di venerdì 16 maggio 2008

Governo Italiano – Rassegna stampa

Exit mobile version
%%footer%%