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Neuroni specchio: il cervello in relazione

Neuroni specchio, empatia e pensiero collettivo: una forza invisibile nella nostra didattica

Nel nostro lavoro quotidiano con gli studenti, ci affidiamo spesso all’intuizione, alla relazione, alla capacità di “leggere” il gruppo classe. Ma cosa rende possibile questa connessione profonda con l’altro? Da qualche decennio la neuroscienza ci offre una chiave di lettura affascinante: i neuroni specchio.

Neuroni specchio

Neuroni specchio

Cosa sono i neuroni specchio

Scoperti nei primi anni ’90 dal gruppo di ricerca guidato da Giacomo Rizzolatti all’Università di Parma, i neuroni specchio sono cellule nervose che si attivano sia quando compiamo un’azione, sia quando osserviamo qualcun altro compierla. È come se il cervello “simulasse” internamente ciò che vede fare.

Questa scoperta, inizialmente osservata nei macachi, è stata poi confermata anche nell’essere umano. Il nostro cervello, in pratica, è strutturato per comprendere l’altro non solo tramite il pensiero logico, ma attraverso una forma di rispecchiamento diretto.

📚 Riferimento: Rizzolatti, G., & Craighero, L. (2004). The mirror-neuron system. Annual Review of Neuroscience, 27.


L’empatia ha radici nel cervello

Il passo successivo è stato comprendere il legame tra neuroni specchio ed empatia. Quando osserviamo qualcuno provare dolore, emozione o fatica, nel nostro cervello si attivano aree simili a quelle che useremmo se vivessimo quell’esperienza in prima persona.

Questa capacità di “sentire l’altro da dentro” è ciò che ci permette, come insegnanti, di cogliere lo stato d’animo della classe, di intervenire quando percepiamo un disagio, di modulare la nostra comunicazione. L’empatia, dunque, non è solo una dote umana, ma ha una base biologica e condivisa.

📚 Riferimenti:

  • Gallese, V. (2003). The roots of empathy. Psychopathology, 36.
  • Iacoboni, M. (2009). Mirroring People. Farrar, Straus and Giroux.

Pensare insieme: il potere del collettivo

Pensare insieme

Ma i neuroni specchio non si fermano alle emozioni. Studi successivi hanno mostrato come questo meccanismo giochi un ruolo cruciale anche nel pensiero condiviso, nella cooperazione e nella comprensione delle intenzioni altrui. Tutti elementi fondamentali non solo nella società, ma anche nella scuola.

Pensiamo all’importanza delle attività collaborative, del lavoro di gruppo, della co-costruzione del sapere: tutte pratiche che trovano fondamento nei meccanismi cognitivi dell’interazione sociale. Non è un caso che i bambini, già a pochi mesi, siano in grado di imitare, anticipare e rispondere agli sguardi e ai gesti degli adulti.

📚 Riferimento:

  • Tomasello, M. (2014). A Natural History of Human Thinking. Harvard University Press.

Una forza invisibile in classe

Quando parliamo di “forza incredibile” che ci deriva dall’empatia e dal pensiero collettivo, non parliamo di una metafora. Questa forza è reale, anche se invisibile: è la capacità di sintonizzarci con gli altri, di imparare insieme, di costruire significati condivisi. In una parola: relazione.

Come insegnanti, possiamo valorizzare questa forza in molti modi:

  • creando contesti in cui gli studenti si ascoltino e si comprendano;
  • utilizzando strategie cooperative;
  • dando spazio alla riflessione sulle emozioni;
  • mostrando, con il nostro esempio, cosa significa essere empatici e partecipi.

Conclusione

La scoperta dei neuroni specchio ha rivoluzionato il modo in cui comprendiamo l’essere umano. Non siamo individui isolati, ma cervelli in relazione. E questa verità, oggi più che mai, ci richiama all’importanza di una didattica fondata sull’ascolto, la cooperazione e la costruzione condivisa della conoscenza.

Una buona pratica educativa, alla fine, è anche una buona pratica neurologica.

Riferimenti principali:

  • Rizzolatti, G., & Craighero, L. (2004). The mirror-neuron system. Annual Review of Neuroscience, 27, 169-192.
  • Iacoboni, M. (2009). Mirroring People: The Science of Empathy and How We Connect with Others. Picador.
  • Singer, T., & Lamm, C. (2009). The social neuroscience of empathy. NeuroImage, 40(2), 564-570.
  • Woolley, A. W., et al. (2010). Evidence for a collective intelligence factor. Science, 330(6004), 686-688.
  • Tomasello, M. (2014). A Natural History of Human Cooperation. MIT Press.

Le coordinate geografiche: latitudine e longitudine

Le coordinate geografiche: latitudine e longitudine

Introduzione

Avete mai pensato a come i navigatori, gli esploratori o i satelliti riescano a trovare un punto preciso sulla Terra? Il segreto sta nelle coordinate geografiche, uno strumento indispensabile per orientarci nel mondo. In  questo articolo scopriremo cos’è la latitudine, cos’è la longitudine e come utilizzarle per identificare un luogo.

pianeta

Cos’è la latitudine?

La latitudine misura la distanza di un punto dalla linea dell’equatore, espressa in gradi (°). Immaginate la Terra come una grande arancia: l’equatore è la linea che la divide in due emisferi, quello settentrionale (a  nord) e quello meridionale (a sud). La latitudine varia da 0° all’equatore  fino a 90° ai poli.
Ecco alcuni esempi:

    • L’Equatore: 0° di latitudine.

    • Roma: circa 42°N (Nord).

    • Il Polo Sud: 90°S (Sud).

Cos’è la longitudine?

La longitudine indica la distanza di un punto dal meridiano di Greenwich, una linea immaginaria che attraversa Londra e divide la Terra in due emisferi: orientale (a est) e occidentale (a ovest). Anche la longitudine si  misura in gradi, da a Greenwich fino a 180°. Esempi:

    • Il meridiano di Greenwich: 0° di longitudine.

    • New York: circa 74°W (Ovest).

    • Tokyo: circa 139°E (Est).

Come funzionano insieme latitudine e longitudine?

Per identificare un punto sulla Terra servono entrambe le coordinate. Per esempio:

    • Roma: 42°N, 12°E.

    • New York: 40°N, 74°W.

    • Sydney: 34°S, 151°E.

Ogni punto è unico, proprio come un indirizzo postale!

Attività pratica

    1. Prendete un planisfero o una mappa e cercate le coordinate di alcune città. Qual è la loro latitudine? E la loro longitudine?

    2. Con Google Maps o un atlante digitale, provate a inserire le coordinate e vedere dove vi portano.

Esercizi

    • Identificate la latitudine e la longitudine della vostra città.

    • Trovate una località con latitudine opposta (ad esempio, se siete a 45°N cercate una località a 45°S).

    • Disegnate un reticolo geografico su una mappa e segnate alcuni punti significativi.

Questionario di Verifica