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Come evitare lo spreco alimentare

Ogni anno circa un terzo di tutto il cibo che viene prodotto nel mondo viene sprecato: si parla di 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti che, invece di finire dove dovrebbero, ovvero nei nostri piatti, vengono buttati in pattumiera.

Naturalmente gli sprechi maggiori avvengono nei Paesi industrializzati dove la produzione di cibo supera spesso la domanda.

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Come vedete dal grafico Europa e Nord America hanno una parte consistente di cibo sprecato dai consumatori, cioè da noi stessi.

Nell’Africa subsahariana invece le perdite di cibo sono quasi tutte causate da carenze nei trasporti o negli stoccaggi delle derrate, significa che un abitante del Mali o del Togo difficilmente getta via un alimento.

Ma come possiamo ridurre la parte del grafico colorata di marrone (Consumatori) ?

Per provare a cambiare le nostre cattive abitudini, vi segnaliamo alcuni siti ed opuscoli che ci guidano in un percorso di consapevolezza:

1) Last Minute Market è una società spin-off dell’Università di Bologna nata nel 1998 come attività di ricerca. Contribuisce alla riduzione dello spreco in tutte le sue forme, previene e riduce i rifiuti attraverso la valorizzazione dei beni invenduti con effetti positivi dal punto di vista ambientale, sociale, economico e nutrizionale.

2) Il nostro spreco quotidiano è un opuscolo, preparato dall’Associazione internazionale Slow Food in collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

3) Lo spreco alimentare: cause, impatti e proposte a cura del Barilla center for food & nutrition.

4) I Food Share, una piattaforma on line che permette la condivisione del cibo in eccedenza. Chiunque può donare prodotti agroalimentari e metterli in condivisione per evitarne lo spreco. Possono aderire cittadini, grande distribuzione, piccoli esercenti, panificatori e aziende agricole.

5) Dieci iniziative contro lo spreco di cibo provenienti da tutto il mondo

5) Un servizio presentato da Piero Angela nel suo programma SuperQuark: “Siete proprio convinti di saper fare la spesa? Lo sapete che più del 30% del cibo che compriamo finisce nella spazzatura senza essere consumato?

Il Gusto di Imparare, progetto educativo

Segnaliamo la nascita un nuovo progetto educativo: “Il Gusto di Imparare”.

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Si tratta di un intervento nel campo dell’educazione alla salute e alla sana alimentazione, che prende in considerazione i moderni strumenti della comunicazione e permette di moltiplicare qualità e quantità dei messaggi e degli stimoli veicolati attraverso la multimedialità.
Nel sito dedicato al progetto sono disponibili contenuti per la LIM scaricabili gratuitamente.

Leggiamo nella premessa quali sono gli obiettivi:

Forti dei risultati ottenuti dal precedente progetto, questa ulteriore fase di sviluppo vuole portare con se e divulgare tutti contenuti ed i valori relativi alla Dieta Mediterranea, entrata a far parte del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco.

I tassi di obesità della popolazione europea, soprattutto quella infantile e adolescenziale, sono in aumento. Anche per questo motivo è dovere morale, da parte di ognuno di noi, intervenire al fine di riportare i giusti equilibri nel campo dell’alimentazione.

Tradizionalmente l’educazione alimentare si faceva in famiglia, dove i valori sociali e domestici del cibo consumato tutti i giorni venivano trasferiti da un generazione all’altra.

La scuola è sicuramente, oggi, l’unico istituto sociale che per vocazione può assolvere il compito di educare e coadiuvare la famiglia verso un processo di acquisizione e valorizzazione della cultura alimentare.

I principali obiettivi rimangono sempre:

– promuovere una cultura della sana alimentazione presso i giovani consumatori;

– incentivare la consapevolezza dell’importanza del rapporto cibo-salute così da sviluppare una coscienza alimentare;

– promuovere la conoscenza del sistema agroalimentare mediante la comprensione delle relazioni esistenti tra sistemi produttivi, consumi  alimentari, ambiente e società;

– promuovere la trasversalità dell’educazione alimentare sugli aspetti storici, scientifici, geografici, culturali, antropologici, sociali e psicologici legati al rapporto con il cibo;

– valorizzare prodotti tipici protetti da un marchio di valore europeo;

– far conoscere la filiera del latte dalla stalla allo stabilimento;

– conoscere i legami storici, tradizionali, culturali tra il prodotto e il territorio.

Obiettivi per un nuovo pubblico, un pubblico molto vasto, un pubblico europeo.